3° giorno – Martedì 7 agosto

Sui sentieri di “Trenino Rosso”, da Celerina a Tirano

Il 3° giorno,  martedì 7 agosto, si fa ritorno in Italia.

Il gruppo dei bikers è partito già da almeno un’ora. Io ho caricato l’ultimo borsone sulla vettura portabagagli e ho lasciato alla stazione di Celerina gli amici che ci hanno seguito in questi giorni. Torneranno a casa in treno.
Ci rincontreremo nel pomeriggio a Tirano, a conclusione della tappa e lì ci saluteremo definitivamente. Con loro è partito anche Fulvio, l’autista ufficiale della TREGIORNIMTB, che ritorna a casa anzitempo per gli evidenti problemi causati dal brutto incidente del sabato.
Prendo io il suo posto e mi appresto a trascorrere una giornata da tranquillo turista in giro per le valli svizzere.

…sto risalendo la statale verso il Passo Bernina…

…la giornata è un po’ offuscata da un cielo meno limpido dei giorni precedenti e le belle cime del Bernina e del Diavolezza spesso sono nascoste da dense nubi, ma nulla di preoccupante: le previsioni meteo sono buone e il cielo è in prevalenza sereno. Intanto Fabrizio, Gherardo, Gigi, Graziano, Luigi, Marco, Massimo e Raffaele stanno ripercorrendo la prima parte dell’itinerario di ieri fino alla stazione di Morterasch.

Memori dell’errore commesso ieri che ci aveva costretti a procedere con la bici a spalle su un piccolo e ripido sentiero, supereranno il cancello del parcheggio custodito poco oltre la stazione e ritroveranno le indicazioni della pista ciclabile. Mi diranno, poi, che anche questo percorso è comunque molto ripido, al limite della pedalabilità, ma per fortuna non è troppo lungo.

Mentre loro stanno affrontando proprio questo tratto, io mi trovo comodamente seduto su una panchina a pochi metri dai binari della ferrovia.. Ho parcheggiato l’auto alle mie spalle. Qui la statale compie un paio di tornanti e la ferrovia l’attraversa, per raggiungere, qualche chilometro più avanti, la stazione di Bernina Suot. Per chi percorre la statale questo è il punto panoramico più suggestivo dell’intera valle. La piazzola alle mie spalle, di lato alla strada permette a chi lo vuole di sostare e la panchina su cui son seduto dà la possibilità di godere a pieno e in totale rilassatezza di questo ambiente fantastico.

Sono all’imbocco del Vallone di Morterasch e davanti a me vedo il ghiacciaio che scende dal Bernina e che si innalza grandioso alle spalle del nero bosco di abeti da cui, fra breve, sbucherà il treno, con i suoi coloratissimi vagoni rossi. Ne sento il rumore in lontananza. Eccolo, eccolo! Ora lo vedo sfilare in tutta la sua lunghezza ai margini del bosco. Poi scompare di nuovo per un po’ e poi, quasi di colpo, ricompare in primo piano a pochi metri da me. Con grande stridio di freni rallenta la corsa per attraversare la strada asfaltata e passare con un secca svolta sull’altro versante della valle. Pare che tutti i vagoni mi girino attorno.

Con la mia piccola digitale scatto un gran numero di immagini: in primo piano i vagoni rossi terribilmente inclinati  per compiere la stretta curva; sullo sfondo il bosco nero ancora nell’ombra e all’orizzonte il bianco e lucente enorme ghiacciaio con le cime innevate che si stagliano in un cielo diventato limpido proprio in questo istante. Come dire? “Un bel colpo di fortuna!”.

Il rumore stridente se n’è andato via col treno ed è tornato il silenzio di prima. Mi volto e mi accorgo solo ora che alle mie spalle c’era un bel gruppo di persone. Si sono fermate anche loro per godere dello stesso spettacolo. Mentre tornano verso le auto parcheggiate accanto alla mia, parlano fra loro. Sono stranieri, sono in vacanza, sono contenti Il tono della loro conversazione è pacato, rispettoso. Nessuno parla ad alta voce, confusamente. Nessuno urla, come invece accadrebbe da noi. Mi guardo attorno come per salutare un’ultima volta questo bel posto e noto che per terra non c’è un pezzo di carta, ne un mozzicone di sigaretta, ne una lattina o una bottiglietta di plastica. E’ tutto è pulito. La cosa strana è che non c’è nemmeno il cestino dei rifiuti: qui ognuno è abituato a portarseli a casa…i propri rifiuti.  Penso allora che se il mondo fosse più pulito forse non oseremmo sporcarlo. Potrebbe essere una soluzione! No?

Riparto e poco prima della stazione di Bernina Suot trovo i miei amici, in rigorosa fila indiana che stanno salendo verso il Passo. Ci salutiamo. Qualcuno ne approfitta per lasciarmi in custodia i souvenir acquistati nel paese più in basso. Poi svoltano a destra e riprendono la pista ciclabile verso il centro della valle, allontanandosi dalla statale. Attaverseranno varie volte i binari dell ferrovia. Costeggeranno le rive del Lago Bianco e poi saliranno al Passo, nei pressi dell’Ospizio Bernina. A 2300 metri.

Il vento è freddo, quasi gelido. Scatto qualche foto al lago, alle cime anche se seminascoste dalla nubi, così per portarmi qualche immagine ricordo di questo posto. Poi mi rifugio nell’unico bar che c’è sulla destra poco prima di scollinare. Dentro un profumo di dolci caldamente invitante. Dietro i vetri del piccolo bancone ogni sorta di ben di Dio. La scelta è difficile. Mi faccio consigliare dalla signora che mi porge una enorme fetta di torta di mele. Fantastica!

Inizio a scendere verso l’Italia. A quest’ora gli amici bikers saranno anche loro sul Colle. Io preferisco precederli e giungere in tempo a Tirano dove l’appuntamento è previsto  per le quattro del pomeriggio.

Dal Colle scenderanno di nuovo al lago Bianco per riprendere la pista ciclabile che percorre il versante destro idrografico della valle. Affiancheranno e sovente riattraverseranno i binari della ferrovia percorrendo un divertente sentiero ciclabile all’interno di un bellissimo bosco di abeti. Supereranno una zona in cui l’erosione dell’acqua ha formato le caratteristiche “marmitte dei giganti” simili a quelle segnalate nei pressi di Chiavenna. Finalmente giungeranno a Poschiavo, sulle rive del lago.

Superato il confine a Campocologno eccoli giungere nel centro di Tirano proprio mentre alle loro spalle sopraggiunge il tipico trenino rosso che sfila a pochi metri dalle porte delle case sul lato destro della strada, fra il traffico cittadino, come da noi accade con i tram in città. E’ un immagine inconsueta, per noi, ma normale per questi luoghi dove ogni 15 minuti arriva o parte un treno delle ferrovie elvetiche.

Nella stessa piazza si affacciano la stazione ferroviaria svizzera e quella italiana. Sono due mondi che si confrontano. Nella stazione elvetica l’ambiente è luminoso, pulito, ordinato. C’è anche un’invitante vetrina che pubblicizza il turismo in svizzera con alcuni bellissimi modellini di treni, e non solo rossi. I binari, le pensiline, i marciapiedi sono pulitissimi e mantenuti come nuovi. Anche il personale pare muoversi all’interno con più professionalità e voglia di fare.

La stazione italiana è quasi fatiscente. Scritte di ogni tipo compaiono un po’ su tutti i muri dove l’intonaco si stacca qua e là.. E’ tutto più grigio e trascurato. Anche i muri all’interno sono sporchi da tempo. Il personale si muove quasi annoiato fra gli uffici e i binari.

Fuori, la piazza è accogliente e viva. Si affacciano un gran numero di locali che offrono spuntini, pizze e pranzi completi per ogni tipo di tasca. Un lungo e bellissimo viale collega il centro di Tirano al santuario della Madonna di Tirano. E’ una chiesa bellissima che, nell’attesa degli amici bikers, ho visitato. All’interno c’è un ammirevole organo del 1600 intagliato e intarsiato in legno e marmo che lascia davvero senza fiato.

Sono quasi le 16 quando Fabrizio, Gherardo, Gigi, Graziano, Luigi, Marco, Massimo e Raffaele arrivano qui in piazza.

La tappa è stata breve: 45 chilometri e 800 metri di dislivello, ma inaspettatamente bella e divertente.

La carta utilizzata è la numero 93 della Kompass (Bernina-Sondrio)

Questo sarà il punto di partenza per la TREGIORNIMTB2008.