3° giorno – Martedì 4 settembre 2001

Da Colla Melosa a Ventimiglia

Il rifugio Allavena

Il rifugio Allavena

Dal piazzale antistante il rifugio Allavena si risale la strada sterrata in direzione del Rifugio Monte Grai. Superata l’indicazione per le vie ferrate dil Pietravecchia e per il sentiero degli Alpini, si prosegue fino ad una deviazione a sinistra (Km. 4,650 dalla Colla Melosa). Risalendo l’ampia tracci ,priva di indicazioni, si giunge in breve alla Sella d’Agnaira (palina – 1850 m.) incrociando l’Alta Via dei Monti Liguri (tacche bianco – rosse) e successivamente al Passo della Valletta (palina – Km. 5 – 1920 m). Da questo colle s’ imbocca un’ampia mulattiera dal fondo erboso che scende in direzione sud – ovest e porta ad una piccola cengia, un tempo attrezzata con una corda metallica e oggi invece risistemata con alcuni tronchi che ne agevolano il passaggio, peraltro privo di particolari difficoltà. Oltre la cengia, il sentiero si fa più stretto e pietroso e piegando decisamente in direzione sud scende fino alla Gola dell’Incisa (palina – Km. 7 – 1684 m. ), stretto intaglio che si apre fra le pareti del Monte Pietravecchia a sinistra e del monte Toraggio alla nostra destra. Ora si risale con pendenza abbastanza impegnativa ma, per poco e superando una specie di transenna metallica (forse posta per vietare il passaggio alle moto) si arriva alla fonte Dragorina nei pressi della Colletta (Km. 9,400 – 1821 m.), preceduta da un brevissimo tratto attrezzato con un corda metallica. Il passaggio non presenta, comunque, alcuna difficoltà e la corda posta in questo punto funge da semplice corrimano. Della fonte Dragorina esiste soltanto il nome sulle guide escursionistiche e su alcune carte topografiche, perché della fonte o comunque di una fonte di acqua non c’è il minimo segno…o meglio la minima goccia!! Oltre la Colletta, il sentiero taglia con ampi traversoni i pascoli dell’Alta Valle Nervia per poi curvare verso nord (pietra con tacca gialla a sinistra) e tagliare i ripidi pendii che precedono la Gola del Corvo (palina – Km 13,450 1403 m). Anche in questo tratto alcuni punti del sentiero sono attrezzati con corde metalliche ma, la recente risistemazione del tracciato non ne rende necessario l’utilizzo e permette di rimanere sempre in sella o, comunque sui pedali.

 Il Toraggio dalla Gola del Corvo

Il Toraggio dalla Gola del Corvo (Foto di Gino Borello)

E’ un percorso affascinante per la bellezza e la diversità dei luoghi attraversati, sia dal punto di vista ciclistico che ambientale. Si passa infatti dai tecnici ed aspri sentieri di montagna che aggirano le pareti del Monte Pietravecchia e del Monte Toraggio, alle vecchie strade militari che attraversano i boschi della valle Nervia, prima di scendere in picchiata verso il mare di Ventimiglia.

Dalla Gola del Corvo si prosegue diritto (ovest) risalendo per alcuni metri e rimanendo sempre sul versante italiano si raggiunge in leggera discesa il rifugio Muratone (Km. 15,950) che precede di poco il passo Muratone (palina 170 – Km. 16,450 – 1156 m.). Seguendo sempre le tacche dell’Alta Via si mantiene la sinistra giungendo in leggera salita al Colle Scarassan, ampia insellatura raggiunta anche dalle strade forestali francesi ( Palina – Km. 17,500 – 1249 m.). La strada da seguire piega decisamente a sud (sinistra) e, larghissima ma con un fondo estremamente pietroso, ci porta a Gola di Gouta dove termina lo sterrato (Km. 19,500 1212 m.) . Seguendo la direzione per Camporosso (nord) si inizia una discesa in asfalto che s’inoltra nel bosco e va a terminare in una verde radura indicata sulla cartina come “Margheria dei Boschi” (Km 21,500) dove la strada ridiventa sterrata e dirigendosi decisamente a sud-ovest ricomincia a salire.

Si tratta di un’ex strada militare che con lunghi tratti di falsopiano, salite e discese di moderata pendenza, passa accanto a vecchie costruzioni militari e transita sotto un paio di alte gallerie in cemento utilizzate, ora, come ricoveri per le mandrie. Di lato alla strada s’incontrano svariate fonti, prive di acqua, sempre di fattezza militare, alcune trasformate in riserva d’acqua in caso d’incendio. La fonte Susena, indicata sulla cartina, la incontriamo al Km. 24,200 ma, l’indicazione và presa con beneficio d’inventario perché non esiste una segnalazione precisa del luogo.

La mulattiera [1] termina a 500 metri circa di quota, nei pressi del Monte Erisetta, dove, fra le prime case abitate, inizia la strada asfaltata ( Km. 38,500 ) che seguiremo fino a Camporosso. Il percorso di questo ultimo tratto segue l’andamento della valle tagliando le pendici della Cima d’Aurin, sulla nostra destra e contornando il monte Baraccone; sale ancora per una cinquantina di metri e poi, scende sinuosa fino ad incontrare la strada di fondovalle (Km. 55 dal Rifugio Allavena – 19 m.) che ci porterà fin sulla spiaggia di Ventimiglia ( Km. 60 – 0 m.)

1: Al momento dell’effettuazione il fondo della mulattiera era in condizioni pessime a causa, sicuramente, delle piogge torrenziali che avevano colpito la zone poco tempo prima. Già nell’ultimo tratto, prima di giungere sull’asfalto, erano iniziati lavori di bonifica per cui, ora si presume che l’intera strada da Margheria dei Boschi sia risistemata.)